Storia della Guinea Bissau

Prima del 15° sec. la zona è sotto l’influenza dell’impero del Mali e diventa tributaria del regno di Gabù. 1446-47: arrivo dei i portoghesi; colonizzazione violenta; territorio amministrato come parte delle Isole di Capo Verde, già in mano al Portogallo; intenso traffico di schiavi. 

1879: la Guinea-Bissau diventa colonia a sé; il controllo dell’interno è raggiunto solo nel 1915

1951: la colonia è dichiarata provincia del Portogallo.

1956: Amilcar Cabral (con Aristides Pereira, futuro presidente della repubblica di Capo Verde) fonda, il Partito africano per l’indipendenza di Guinea-Bissau e di Capo Verde (Paigc). 

1963-1974: il Paigc inizia la guerra d’indipendenza. 

197320 febbraio: Amilcar Cabral è assassinato a Conakry (Guinea) da agenti segreti portoghesi; settembre: l’Assemblea nazionale popolare proclama unilateralmente l’indipendenza (riconosciuta dall’Onu); Luís Cabral, fratello di Amilcar, è presidente.

1974settembre: il Portogallo riconosce l’indipendenza dell’ex colonia. 

1980settembre: Luís Cabral è defenestrato da un colpo di stato, guidato da João Bernardino Vieira; è installato un Consiglio rivoluzionario; abbandonati i piani di unificazione con Capo Verde.

1990: il parlamento revoca al Paigc lo statuto di unico partito. 

1992: le previste elezioni sono rimandate, dopo l’omicidio di un alto comandante dell’esercito.

1994luglio: Vieira è eletto presidente; il Paigc ottiene 64 dei 100 seggi in parlamento; Kumba Yalá, del Partito del rinnovamento sociale (Prs), accusa il Paigc di brogli e non partecipa al governo di unità nazionale. 

1995: il Fondo monetario internazionale concede un credito di 14 milioni di dollari a sostegno delle riforme economiche. 

1995: la Guinea-Bissau ratifica l’accordo sui confini con il Senegal (firmato nel 1993) e stipula un accordo per lo sfruttamento congiunto di un’area che si presume ricca di petrolio.

1998: la Guinea-Bissau continua a ospitare i ribelli indipendentisti senegalesi (Movimento delle forze democratiche di Casamance – Mfdc), ma un intervento dell’esercito di Bissau contro un campo profughi sul confine con il Senegal fa crescere i sospetti di un avvicinamento tra Bissau e Dakar; ammutinamento di alcuni reparti dell’esercito, dopo che Vieira ha licenziato il capo di stato maggiore, il gen. Ansumane Mané (accusato di aver consentito il contrabbando di armi ai ribelli della Casamance).

1999maggio: Mané rovescia Vieira; la giunta militare nomina presidente ad interim l’ex presidente del parlamento, Malam Bacai Sanhá; ottobre: è rinvenuta una fossa comune con 18 cadaveri, tra cui quello dell’ex vicepresidente Correira; novembre: il governo di transizione organizza le elezioni nelle quali il Paigc perde per la prima volta il controllo del parlamento; il Prs di Kumba Yalá ottiene 38 seggi e diventa il partito di maggioranza.

2000gennaio: al secondo turno delle elezioni, Kumba Yalá è eletto presidente (72% dei voti); la vittoria di Yalá è vista come un avanzamento del gruppo etnico dei balanta; il nuovo presidente nomina membri del suo gruppo in posti di prestigio del governo e dell’esercito; novembre: Mané si autoproclama presidente, tenta un colpo di stato, ma è ucciso con altri 8 golpisti.

2001gennaio: il movimento di Resistenza “Ba Fata” della Guinea-Bissau (Rgb – secondo partito per numero di rappresentanti nel parlamento) – esce dalla colazione di governo, dicendo che non è stato consultato prima di un rimescolamento del governo; l’amministrazione Yalá è instabile; ci sono altri rimescolamenti di governo (4 primi ministri in meno di 3 anni); maggio: il Fondo monetario internazionale (Fmi) e la Banca mondiale sospendono gli aiuti finanziari, denunciando l’uso improprio di milioni di dollari destinati allo sviluppo; settembre: Yalá solleva dagli incarichi il presidente e tre giudici della corte suprema; novembre: Yalá licenzia la ministra degli esteri, Antonieta Rosa Gomes (colpevole di averlo criticato); crescono le preoccupazioni per il comportamento bizzarro del presidente, caratterizzato da scatti d’ira e di decisioni improvvise; dicembre: il presidente dichiara di aver sventato un tentativo di colpo di stato; l’opposizione dubita; il presidente licenzia il primo ministro, Faustino Imbali, colpevole «di non essere stato all’altezza delle aspettative».

2002novembre: Yalá, ai ferri corti con il nuovo primo ministro, scioglie il parlamento e promette elezioni. 

2003settembre: colpo di stato contro Yalá; la giunta militare nomina una amministrazione civile ad interim: Henrique Rosa (già presidente della commissione elettorale per le elezioni del 1994) è presidente; Antonio Arthur Sanhá, dirigente del Prs, è primo ministro; autorità militari e i leader dei partiti si accordano sulle date delle elezioni parlamentari e presidenziali.

2004marzo: il Paigc vince le elezioni parlamentari e ottiene la maggioranza dei seggi in parlamento; c’è un nuovo governo, con Carlo Gomes Júnior come primo ministro; ottobre: un ammutinamento di un gruppo di soldati, guidati da Baouté Yanta Na Man, culmina in un tentativo di colpo di stato, che fallisce, non prima però di aver ucciso il generale Veríssimo Correia Seabra, capo delle forze armate; in rivolta dei militari, che chiedono sei mesi di stipendi arretrati (guadagnati durante le missioni di pace in Liberia), vengono uccisi due alti ufficiali; il gen. Tagme Na Waie, un balanta, è nominato nuovo capo di stato maggiore.

2005aprile: João Bernardino Vieira, ex presidente defenestrato nel 1999, torna in patria dopo sei anni di esilio in Portogallo; maggio: Yalá (deposto nel 2003) dichiara di essere ancora il legale capo di stato e occupa per breve tempo il palazzo presidenziale; luglio: Vieira vince le presidenziali al secondo turno; ottobre: Vieira licenzia il governo del premier Carlos Gomes Júnior; novembre: Aristides Gomes, vicepresidente del Paigc, è nominato primo ministro.

2006marzo-aprile: forze dell’esercito combattono i ribelli senegalesi lungo il confine meridionale; aprile: l’ex ministro degli interni, Marcellino Lopes Cabral, è arrestato con l’accusa di aver sostenuto i ribelli senegalesi; giugno: i sindacati indicono uno sciopero di tre giorni per protestare contro i ritardi nel pagamento dei salari; la Comunità economica degli stati dell’Africa dell’ovest (Cedeao) promette di coprire gli stipendi dei maestri; Koumba Yalá diviene capo del Prs, ottobre: il governo chiede aiuti internazionali per fermare il traffico illegale di persone verso l’Europa.

2007gennaio: l’ammiraglio Mohamed Lamine Sanhá, capo della marina, è assassinato (alleato di Ansumane Mané è stato implicato in vari tentativi di golpe contro il governo); marzo-aprile: il primo ministro, Aristides Gomes, si dimette dopo un voto di sfiducia in parlamento; gli succede Martinho Ndafa Kabi; giugno: il Fmi e la Banca mondiale informano i donatori della Guinea-Bissau che hanno ormai un’ultima possibilità di salvare il paese dal caos e combattere i cartelli della droga latino-americani che stanno trasformando il paese in una base per lo spaccio in Europa; dicembre: il parlamento passa una legge che concede l’amnistia a tutti gli accusati di violenza nel periodo 1980-2004.

2008luglio: il Pagic lascia la colazione di governo, causando una crisi politica; luglio-agosto: il ministro della difesa e il procuratore generale rivelano di aver ricevuto minacce di morte dopo l’arresto di tre venezuelani, del capo del controllo aereo e del suo vice, sospettati di narcotraffico; agosto: il presidente Vieira scioglie il parlamento e, automaticamente, cade il governo di Marthino Ndafa Kabi; Vieira nomina primo ministro Carlos Correia, con l’incarico di formare un governo fino alle elezioni di novembre; novembre: Vieira sfugge a un attentato per mano di soldati ammutinati (tentato colpo di stato?).

20092 marzo: Vieira è assassinato, poche ore dopo l’assassinio del capo di stato maggiore, gen. Tagme Na Waie; giugno: primo turno delle elezioni (la polizia militare uccide 3 candidati); luglio: Malam Bacai Sanhá è eletto presidente al secondo turno.

2010aprile: alcuni soldati, ammutinatisi, trattengono per breve tempo il primo ministro Carlos Gomes Júnior e sostituiscono il capo delle forze armate; gli Usa accusano due alti ufficiali dell’esercito della Guinea-Bissau di essere trafficanti di droga e congelano i loro conti bancari in America; giugno: il leader dei soldati ammutinatisi in aprile, il gen. António Indjai, è nominato capo dell’esercito; agosto: l’Unione europea interrompe la sua missione incaricata di riformare le forze di sicurezza, spiegando che la mancanza di rispetto della legge rende l’operazione impossibile; ottobre: gli Usa si dicono preoccupati per la nomina di José Américo Bubo Na Tchuto, noto narcotrafficante, a capo della marina (Na Tchuto è alleato del gen. Indjai); dicembre: accordo tra Angola e Guinea-Bissau per una missione tecnico-militare di 200 soldati angolani in Guinea-Bissau; l’ex capo dell’esercito, José Zamora Induta (arrestato durante l’ammutinamento di aprile) è rilasciato dalla prigione, ma rimane agli arresti domiciliari.

2011febbraio: l’Unione europea sospende parte degli aiuti promessi, preoccupata dello scarso rispetto della legge; marzo: arrivo dei soldati angolani; luglio-agosto: migliaia di cittadini scendono per le strade e chiedono le dimissioni del primo ministro Carlo Gomes Júnior, accusato di non aver saputo contenere i prezzi del cibo; novembre: il presidente Malam Bacai Sanhá è portato in un ospedale in Francia; dicembre: un aereo carico di cocaina atterra ad Amdalai, 55 km da Bissau; il primo ministro dice di aver sventato un colpo di stato contro il presidente Sanhá mentre era all’estero per cure mediche; l’ammiraglio José Américo Bubo Na Tchuto è arrestato; il gen, Buota Nan Batcha è ferito e arrestato.

20129 gennaio: il presidente Malam Bacai Sanhá muore in Francia, dopo lunga malattia; Raimundo Pereira, presidente del parlamento, è nominato presidente ad interim18 marzo: iniziano le elezioni presidenziali; il col. Samba Diallo, ex capo dei servizi dell’intelligence militare, è assassinato da un gruppo di militari; 23 marzo: la pubblicazione dei risultati dà Carlos Gomes Júnior, primo ministro fino a febbraio, il 49% dei voti; 12 aprile: colpo di stato militare; Carlos Gomes Júnior (il candidato alle elezioni presidenziali con il maggior numero di voti) e Raimundo Pereira (presidente ad interim) sono arrestati; 16 aprile: i leader militari e dell’opposizione annunciano un biennio di transizione, ma la decisione è condannata dalla Cedeao, dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, dall’Unione africana e dall’Unione europea; il Consiglio di sicurezza dell’Onu impone l’embargo ai viaggi dei golpisti e dei loro sostenitori; 11 maggio: Manuel Serifo Nhamadjo, candidato per le presidenziali ma eliminato al primo turno, è designato presidente di transizione, grazie a un accordo tra golpisti e i principali partiti dell’ex opposizione; 16 maggio: è formato un governo di transizione, guidato dal primo ministro Rui Duarte Barros; politici e militari si accordano di avere le elezioni entro un anno; luglio: il Consiglio di sicurezza dell’Onu si dice preoccupato per la crescita del narcotraffico dopo il colpo di stato; ottobre: 7 vittime in un attacco a una caserma militare (il governo parla di un fallito tentativo di colpo di stato).

2013aprile: l’ex capo della marina, José Américo Bubo Na Tchuto, è arrestato in acque internazionali da agenti dell’agenzia statunitense anti-droga, incriminato per narcotraffico e trasferito in America; il dipartimento di stato americano accusa anche il capo di stato maggiore, il gen. António Indjai, di traffico di cocaina e di aver venduto armi ai ribelli colombiani; giugno: il presidente Serifo Nhamadjo pubblica un decreto che fissa la data delle elezioni al 24 novembre; il parlamento boccia un disegno di legge del governo di transizione per amnistiare gli autori del colpo di stato dell’aprile 2012; dicembre: crisi diplomatica tra Portogallo e Guinea-Bissau, a causa di un gruppo di rifugiati dalla Siria arrivati in areo in Portogallo con falsi documenti rilasciati in Guinea; il ministro degli esteri guineano dà le dimissioni e la linea aerea portoghese (Tap) sospende i voli vero il paese africano.

2014maggio: José Mário Vaz, candidato del Partito africano per l’indipendenza di Guinea e Capo Verde (Paigc), vince il secondo turno delle elezioni presidenziali con il 61% delle preferenze; l’altro candidato, l’indipendente Nuno Gomes Nabiam – sostenuto da alcuni dei vertici militari – si ferma al 38%; luglio: Vas nomina Domingos Simões Pereira primo ministro; settembre: il presidente Vaz licenzia il potente capo di stato maggiore Antonio Indjai (accusato dagli Usa di trafficare cocaina e vendere armi ai ribelli colombiani).

2015maggio: donatori internazionali promettono 1,1 miliardi di dollari alla Guinea-Bissau; agosto: il presidente Vaz accenda una forte crisi politica quando licenzia il primo ministro Simões Pereira, dopo una serie di focose dispute tra i due.

2016novembre: Umaro Sissoco Embalo è il quinto primo ministro nominato in poco più di un anno durante il braccio di ferro tra il presidente Vas e gli oppositori in seno al suo stesso partito (Paigc); dicembre: il nuovo primo ministro presta giuramento, ma il partito lo rifiuta.

2017maggio: il Consiglio di sicurezza dell’Onu invita il presidente Vaz a nominare un primo ministro che goda un ampio appoggio politico; il presidente Vaz sfida gli avversari a riprendere le sedute del parlamento (dopo oltre un anno); il Paigc non ha più la maggioranza in parlamento, perché 15 dei suoi 102 parlamentari si sono “sfilati”, ma questi “ribelli”, sostenitori del presidente, potrebbero formare una nuova maggioranza con i 41 seggi del Partito sociale del rinnovamento (Prs); i leader delle nazioni dell’Africa Occidentali minacciano “sanzioni collettive e individuali” contro i politici della Guinea-Bissau, se non si pongono fine alla prolungata crisi politica.

2018gennaio: il presidente Vaz nomina per decreto un nuovo primo ministro, Augusto Antonio Artur Da Silva, nel tentativo di risolvere la crisi; il primo compito del nuovo primi ministro è quello di organizzare nuove elezioni parlamentari nei prossimi mesi; febbraio: i leader politici dell’Africa Occidentali (Ecowas) impongono sanzioni (proibizione di viaggiare all’estero e congelamento dei conti bancari) a 19 parlamentari e altre personalità vicine al presidente Vas, tra cui suo figlio, Emerson Vaz, un uomo d’affari.

(Tratto dal sito www.nigrizia.it)

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