Milano - 04/12/2005

Milano, 4 dicembre 2005

Carissimi amici,

mentre ci prepariamo a vivere il Natale, vi scrivo questa lettera perché resti desta la nostra attenzione al mondo, e in particolare alle popolazioni della Guinea Bissau alle quali in diverso modo siamo legati. Festeggiare il Natale significa vivere quello che il dono di Betlemme significa: l’Amore si fa presente nella storia del mondo a cominciare dai più poveri.

Voglio quindi farmi voce dei nostri amici che vivono a Mansoa e in generale in Guinea; seppure con grandi difficoltà di comunicazione, resto sempre in contatto con p. Luìs, parroco di Mansoa, le suore, Helmer e gli operatori di radio Sol Mansi, e gli amici carissimi che ho lasciato in quella terra che ha segnato in modo indelebile la mia vita. Vi comunico brevemente alcune notizie e soprattutto alcune esperienze.

            La situazione politica e sociale: si sono svolte le elezioni presidenziali, con la vittoria dell’antico presidente-padrone della Guinea, Nino Vieira; almeno formalmente è tornata la legalità, ma c’è molta tensione; si spera almeno che questa democrazia formale facilita la ripresa degli aiuti internazionali. Così ci scrive da Bissau p. Giovanni Musi: “Vorrei potervi dare belle notizie per quanto riguarda la situazione socio-economica, ma purtroppo non c’è alcun miglioramento. Sono sempre le solite note dolenti: il sistema sanitario che non funziona, le scuole pubbliche che non hanno ancora cominciato l’anno scolastico (mentre le scuole dipendenti dalle missioni hanno cominciato regolarmente). Un nuovo governo è appena entrato in funzione, ma è considerato da molti illegale e incostituzionale, perché il presidente della repubblica – anche lui ha preso possesso da qualche mese – ha scelto il primo ministro e gli altri membri del governo non dal partito che ha vinto le elezioni. Potete immaginare il clima di tensione e di instabilità che si vive in questo piccolo stato africano, che non ha mai conosciuto un clima di vera pace e prosperità. Ma noi missionari ci abbiamo fatto ormai l’abitudine e continuiamo a lavorare con impegno, anche perché sul piano religioso ed ecclesiale, nonostante tutti i condizionamenti, c’è vitalità, coraggio e speranza nel popolo di Dio. Qui, in curia, e nelle varie missioni, è un continuo accorrere di poveri e ammalati di ogni genere, anche quelli di AIDS, questi ultimi con le loro ricette in mano a implorare che li si aiuti a comprare le medicine, per sé o per familiari degenti in ospedale”.

            AIDS in crescita. Un amico malato racconta. È proprio sul problema AIDS che vorrei soprattutto scrivere oggi. Un mio carissimo amico, un ragazzo che ho visto crescere nei miei 12 anni a Mansoa, dopo vari mesi di continue malattie, ha scoperto di essere infetto dal virus HIV; per lui la moglie e i tre bimbi è iniziato il dramma. Non può più lavorare, stando spesso male e pesando ora meno di 40 kg: se in Italia il non poter lavorare è un dramma, pensate in Guinea, dove non c’è nessuna forma di sostegno economico agli infermi! E poi la preoccupazione per le sorti della giovane moglie e i tre bimbi (saranno sieropositivi anche loro?). p. Luis e le suore, così come alcuni membri della comunità cristiana, gli sono vicini, vari amici italiani che lo hanno conosciuto lo stanno aiutando per comprare i farmaci antiretrovirali (lo stato non li passa, e costano 150 euro al mese…l’equivalente di sei mesi di stipendio!) e sostenere i bambini. Spesso si sente parlare di AIDS, ma lo sentiamo come una statistica lontana, o una minaccia da prevenire in vari modi, ma quando l’AIDS tocca le persone care, ne senti tutta la sua terribile realtà, e la quasi totale impotenza: aiuteremo questo amico, forse vivrà più a lungo, ma tutti gli altri? Mi diceva suor Maria: “Il medico di Mansoa mi ha aperto un cassetto e mi ha fatto vedere una pigna di risultati medici, dicendomi che questi erano tutti casi di sieropositività nella sola zona di Mansoa. Cosa possiamo fare per loro? L’altro giorno è deceduta la giovane moglie di un uomo morto il mese scorso, entrambi di AIDS: ora restano i loro piccoli orfani”. Vari gli sforzi della Chiesa e degli organismi, ma la sfida è impari, e non bastano né gli antiretrovirali né i preservativi, è una pandemia tutta particolare, che tocca concezioni culturali antiche e stili di vita “moderni” provenienti dall’occidente, mancanza di istruzione, ruolo della donna, pratiche sessuali e rituali (come la circoncisione) e molto altro. In questo quadro fosco, alcuni segni di speranza, come questa catena di solidarietà per sostenere questo nostro amico, e soprattutto le sue parole, che ci ha registrato (perché ormai fa fatica a scrivere). “Sono il tuo amico che hai abbracciato quando sei partito, ma non sono più lo stesso, cammino a fatica con le stampelle, di notte non dormo per i dolori e perché non so come fare con i miei figli! Però ho fede, sento che Gesù mi chiama a stare sulla croce con lui. Ho fiducia che Dio mi aiuterà, ma ci vuole pazienza; anche il popolo di Israele per essere liberato dalla schiavitù d’Egitto non ci ha messo un giorno: si è affidato a Dio e ha camminato tanto”. Questa audiocassetta la conservo vicino al mio letto non solo per l’amicizia che ho per lui, ma perché vale più di ogni riflessione su come vivere il dolore e superare la disperazione. In questi casi tocco con mano come la Parola di Dio può cambiare la vita ed essere forza di liberazione.

            P Luìs ci scrive: ancora una volta saluto gli amici di p. Davide e lo faccio con un proverbio africano: l’amicizia è come una strada fatta sulla sabbia, ogni tanto c’è bisogno di tornare indietro per rifare i passi. Purtroppo la stagione delle piogge è stata scarsa, riflettendo anche lei la situazione di insicurezza che vige nel Paese. Tra situazione politica e epidemia di colera (migliaia di casi e oltre trecento morti) siamo nei pasticci. Ma Dio c’è, e non abbandona mai i suoi figli: è provvidenza. Il nostro cammino quest’anno è stato lento e difficile. La Chiesa guineense ha scelto tre priorità: formare e animare le Piccole Comunità come centro di vita di fede vissuta; il catecumenato e l’iniziazione cristiana; la formazione dei catechisti. È stato un anno denso di incontri, momenti formativi per missionari, catechisti, educatori, animatori… con l’obbiettivo di arrivare a una presa di coscienza della comunità, che diventa agente di trasformazione e liberazione della società. Il desiderio è quello di arrivare ad avere comunità sempre più mature e impegnate nel promuovere  solidarietà, pace, giustizia, diritti umani … e con uno spirito di comunione che favorisca  un vero dialogo tra religioni e culture, superando pregiudizi etnici; questo grazie a una vita di preghiera, ascolto della Parola e celebrazione dell’Eucarestia. Noi abbiamo intrapreso con convinzione queste priorità, sapendo che le sfide quando sono nuove richiedono tempo e capacità di capire i segni della storia. Il liceo di Mansoa continua ormai autonomo; noi siamo presenti come “garanti finanziari” (gestendo ciò che gli alunni pagano per l’autogestione), ma stiamo anche cercando di offrire una presenza qualificata per gli oltre 950 alunni. Un appello: servono due macchine da scrivere meccaniche con carrello grande e un ciclostile… Concludo ringraziando per ogni dono fatto alla nostra comunità. Il signore sia sempre un anello di comunione tra noi. Un abbraccio a tutti”.

            Radio Sol Mansi: continua l’opera educativa e di animazione della nostra Radio. Helmer mi tiene informato, anche se ultimamente telefono e internet a Mansoa sono “morti”. Da altre fonti so che il servizio svolto è buono, e va anche oltre i programmi radiofonici. Nicoletta, laica missionaria dell’ALP, scrivendo alla sua parrocchia di Legnano, racconta: “Abbiamo realizzato insieme a Radio Sol Mansi corsi di educazione civica e sociale per giovani, perché diventino cittadini responsabili e socialmente attivi; in questo periodo di fermento politico riteniamo importante formare uno spirito critico nei giovani. Abbiamo anche organizzato, sempre insieme a Sol Mansi, spettacoli musicali dal titolo No Misti Paz (vogliamo la pace) con un gruppo teatrale che vuole trasmettere messaggi di pace e di partecipazione attiva con una metodologia divertente e abbordabile a tutti. Sono tutti semi gettati, i cui frutti si vedranno”. È bello sapere che ciò che si è iniziato continua, anche in forme nuove e coinvolgenti. Intanto cresce il Club Amici di Radio Sol Mansi: scopo del Club è quello di sostenere economicamente la radio: l’adesione con 50 euro annuali sostiene un giorno di funzionamento della Radio.

            Una proposta natalizia: concludo con una proposta: a Natale facciamo tanti regali; facciamone uno anche agli amici della Guinea. Un’offerta per le tante iniziative descritte, o l’adesione al Club Amici di Radio Sol Mansi, potrebbe essere un regalo “nuovo”, segno di una novità del cuore che si fa vicino e attento ai bisogni di chi vive con noi e di chi vive lontano.

Auguro a ciascuno di voi un Natale sereno, vero, capace di dare ossigeno alle nostre vite, perché si aprano al Bene e all’Amore, ogni giorno, per tutto il nuovo Anno.

Con amicizia  e riconoscenza

P. Davide

 

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