Bissau - 03/07/2008

Bissau, 3 luglio2008

Carissimi amici,


vi immagino in clima estivo (dopo tante piogge) e vi sento vicini per l’affetto che ci lega. Vi scrivo dopo 4 mesi, e vorrei iniziare con qualche buona notizia. Innazitutto quest’anno le piogge sono iniziate presto e con regolarità in quasi tutto il Paese: se continueranno così il raccolto sarà buono, e potrà dare un po’ di sicurezza nel clima di crisi alimetare che si abbatte su tutti noi. La seconda bella notizia è che sono state fissate le elezioni leslative per novembre, e oggi inizia il processo di censimento elettorale. Molta è l’attesa, e anche il timore, perché in luoghi dove la democrazia è giovane, le elezioni sono sempre un pericolo di instabilità grave. Ma il fatto che avvengano è già un buon segnale.
Purtroppo questo periodo è particolarmente difficile per la gente, perchè la suddetta crisi alimentare mondiale ha qui ripercussioni drammatiche., Per settimane la nazione è rimasta senza combustibili e spesso senza riso sul mercato perchè gli importatori erano in attesa degli aumenti (la globalizzazione infatti ha portato questa novità anche in Guinea: al primo posto le leggi del mercato, non le necessità primarie delle persone). Pochi giorni fa sono stati decisi i nuovi prezzi del combustibile e del riso: aumenti netti del 35% da un giorno all’altro! Naturalmente anche il resto aumenta, tranne gli stipendi e il valore dei prodotti locali. Se in Italia questa crisi crea problemi seri, immaginate qui cosa significa per la maggioranza della gente: poter mangiare il 35% in meno di prima! Cosa fare per questa gente? È sempre più urgente puntare sulla formazione e educazione per affrontare questo mondo unificato senza esserne sempre dipendenti e schiavi. La formazione di una classe dirigente che metta al primo posto il valore della persona e dei più bisognosi, e di una società civile che faccia sentire la sua voce di fronte a tante ingiustizie, restano una priorità. Oltre al solito problema che pochi governanti pensano al bene della gente, c’è anche una forte passività tra la gente. Mentre Bissau era paralizzata per mancanza di combustibili, e gli statali non ricevevano il magro stipendio da 4 mesi, il Presidente della repubblica riceveva il suo omologo del Gambia, con sfarzo di automobili e moto di lusso e “gita” sulle isole in elicottero e 100 persone al seguito con motoscafi veloci. Tutto questo nell’accettazione passiva della gente, che si limitava a lamentarsi nei crocicchi delle strade. Educare la società civile a far sentire la propria voce i propri diritti è anche un’urgenza per prevenire i conflitti, perchè la rabbia che soggiace alla passività può esplodere da un momento all’altro in forme incontrollabili.
L’educazione alla Pace e la sensibilizzazione della società civile è una missione che come Radio Sol Mansi cerchiamo di svolgere con competenza e passione. È un servizio di cui non si vedono risultati immediati, ma che trasforma dal di dentro le coscienze e offre gli elementi per creare una società più giusta. Grazie all’aiuto di un tecnico di Radio Marconi (Marco Camozzi) che ha dedicato un mese di ferie/lavoro in aprile, ora la Radio si riceve in tutta la nazione, ed è dotata di strumenti che ci permettono di fare un servizio di qualità. Un giornalista portoghese, anche lui come volontariato, è stato con noi per tre settimane dando formazione alla nostra equipe sul ruolo della radio per consolidare la pace e la democrazia, soprattutto in vista delle elezioni. Questi temi sono stati svolti anche per una settimana per tutte le Radio di Bissau, in un corso organizzato da Sol Mansi e le Nazioni Unite: è un altro modo importante per seminare pace anche attraverso gli altri mass –media: la Missione non ha confini, e a tutti dobbiamo donare il desiderio di collaborare alla Pace, anche a chi deve mettere al primo posto le esigenze commerciali. La nostra equipe cresce, e rimango amirato per tanta dedizione e capacità di apprendere: davvero mi stanno insegnando molto, e mi “obbligano” a dare tutto me stesso con entusiasmo, anche quando problemi tecnici o difficoltà farebbero crollare il morale (in certi momenti questa tentazione arriva forte, ma grazie a Dio, alle preghiere e all’impegno di molti si riesce a riprendersi con nuova voglia di fare bene).
Il servizio alla Radio mi avvicina a tan ti problemi sociali: la Commisione diocesana Giusizia e Pace sra facendo un grande lavoro di assistenza medica e spirituale nelle prigioni. Le Nazioni Unite hanno invitato la nostra Radio a seguire una di queste visite, e la situazione è davvero drammatica. Mancanza di acqua, servizi igienici, spazi umani per vivere sono tra le realtà più inquetanti. Inutile dire che se le famiglie non portano da mangiare, in molte prigioni si resta a digiuno. Il rispetto dei più elementari diritti umani è negato. Grande è il lavoro di alcuni padri, suore e laici delle parrocchie di Bissau per allievare questa grande sofferenza. Si sta organizzando anche un’assistenza legale a molti carcerati che ancora non hanno avuto un processo.
In maggio si è svolta l’Assemblea diocesana per programmare i prossimi sei anni. È stato un momento forte di comunione e di scambio. Certo: le forze sono poche di fronte ai tanti bisogni, e una certa stanchezza affiora quando la revisione degli anni passati presenta molte cose programmate e non realizzate. Ma oltre al tanto che si è fatto, prevale la fede che ciò che si semina nel Signore non andrà perso: ho fatto esperienza che non è un pensiero consolatorio, ma una realtà.
Nella parrocchia di Fatima si è concluso questo anno pastorale. Molto bella è stata la settimana della festa patronale (13 maggio) con tanta partecipazione: la devozione alla Madonna di Fatima è forte in tutta la città, e in migliaia hanno partecipato alla processione notturna. Questo va tradotto in vita quotidiana, ed è la sfida che sempre si ripresenta. Resta anche il grande problema che si è senza parroco da due anni: il superiore del Pime è amministratore (ma con molti altri incarichi) e io faccio quello che posso, dovendomi dedicare principalmente alla Radio. Ma, pur ammirando l’impegno e l’iniziativa dei laici che portano avanti gruppi e movimenti, sento che la mancanza di un “pastore” che cammini quotidianamente con la gente è davvero forte.
Carissimi amici: vi ricordo con affetto e riconoscenza. A chi andrà in vacanza auguro un tempo di riposo e di svago, e a chi resta: sentiamoci uniti!
Un abbraccio
p. Davide

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