Guinea Bissau - Dialogo in Onda

Si chiama «Il sole è sorto» ed entro la fine del prossi­mo anno le sue frequenze copriranno tutto il territorio na­zionale: fondata nel 2001, Radio Sol Mansi si appresta a diventa­re un capillare strumento di co­municazione e di formazione.

La missione cambia volto, an­che in Guinea Bissau, una delle più piccole nazioni dell'Africa continentale. Un milione e mez­zo di abitanti in tutto il Paese, tra i 20 più poveri del mondo e con un debito estero pari a 921 milioni di dollari, colpito nep­pure dieci anni fa – dal 1998 al '99 – da una guerra civile.

Immerso in un contesto diffici­le, a motivo del conflitto, padre Davide Sciocco, missionario del Pime, aveva notato che «l'uti­lizzo della radio da parte dei ri­voltosi risultò decisivo per otte­nere l'adesione della popola­zione alla loro causa e giungere quindi alla capitolazione del­l'allora presidente Nino. Feci questa considerazione: se la ra­dio è stata determinante per vincere una guerra, perché non creare una radio per far vincere pace e sviluppo?». Un sogno che si è trasformato in un'emitten­te vivace, in cui il dialogo inter­religioso rappresenta una realtà vissuta nel quotidiano: attual­mente coordinatore dei pro­grammi è Mussa Sani, un gio­vane musulmano, coadiuvato da Graciete Brandao, laureata in comunicazione sociale in Rus­sia e con esperienza lavorativa in Portogallo. E con loro colla­borano varie decine di giovani, musulmani e cristiani.

Nel 2004 padre Davide, dopo 12 anni di missione, viene richia­mato in Italia per dirigere il Cen­tro missionario Pime di Milano. Ma a febbraio del 2008 ripartirà alla volta di Bissau, con l'inca­rico di seguire Sol Mansi perché diventi definitivamente la radio nazionale delle diocesi gui­neensi. Lo aspetta il vescovo, monsignor José Câmnate na Bissign, primo pastore autocto­no di una Chiesa che ha appe­na compiuto trent'anni, esigua minoranza (neppure 100 mila i battezzati) rispetto a una popo­lazione per metà animista e per il 45 per cento fedele all'islam moderato. «La nostra radio co­munitaria dà un contributo fon­damentale: c'è urgente bisogno di formare le coscienze e di ri­proporre quei valori che pur­troppo nella società si stanno perdendo, a motivo della dila­gante corruzione. La maggior parte della popolazione non sa leggere (l'analfabetismo sfiora il 70 per cento), ma ascolta mol­to i programmi radiofonici. Quelli della nostra Chiesa, in particolare, risultano molto graditi e interessanti», riferisce il vescovo.

Ma nel palinsesto di Sol Mansi non mancano i programmi per i musulmani e gli evangelici, ol­tre a interventi formativi su te­mi di attualità: dalla lotta al­l'Aids all'educazione alimenta­re, dalla promozione della don­na al dialogo tra fedi diverse. «La Guinea continua ad essere un esempio di convivenza tra et­nie », sottolinea padre Davide, senza nascondere le criticità: «Purtroppo, tramite alcune ong e movimenti fondamentalisti, si stanno diffondendo idee e gruppi che vogliono minare questa convivenza. Quindi di­venta ancora più urgente dar spazio a una realtà che, nella sua vita quotidiana e nelle trasmis­sioni, nega ogni fondamentali­smo e propone una collabora­zione autentica tra le differenti religioni».

Tra cd e computer, microfoni e mixer, collegamenti Internet via satellite e antenne, i giovani gui­neensi cercano di raggiungere anche i villaggi più isolati, get­tando ponti tra città e periferie e promuovendo la diffusione di informazioni – altrimenti inac­cessibili –- sul Paese e sul mon­do. Ponti che arrivano anche in Italia: gli aderenti al 'Club Amici di Rsm' contribuiscono al funzionamento quotidiano del­la radio. Convinti che lo svilup­po cresca anche grazie alle nuo­ve tecnologie.

Nell'emittente «Radio Sol Mansi» lavorano insieme cattolici e musulmani. Padre Sciocco: è il nostro modo di servire pace e sviluppo.

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da Avvenire, sabato 20-10-2007

Guinea Bissau, dialogo in onda

DI LAURA BADARACCHI

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La Radio in Guinea Bissau è molto importante: si possono prevenire le malattie, favorire campagne di sensibilizzazione, educare al dialogo, alla pace ed all'ecologia, denunciare violazioni di diritti umani.

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