Mansoa - 23/03/2001

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Mansoa, 23-3-2001
Carissimi amici,
Inizio questa lettera con un grazie commosso per i tanti gesti di solidarietà di cui sono testimone in questi tempi: solidarietà nella vicinanza e affetto nell’accompagnare la nostra difficile situazione, solidarietà nel dare un aiuto economico rispondendo all’appello lanciato per costruire la nuova chiesa di Mansoa. Certo siamo ancora lontani dalla cifra che ci permette di iniziare i lavori della chiesa, ma siamo sulla strada: in questa quaresima so che diverse parrocchie e singoli stanno facendo raccolte a questo scopo. All’inizio di aprile probabilmente inizierà la costruzione del centro parrocchiale con sei sale per catechesi, incontri formativi, attività sociali; essendo tre sale collegate con pannelli apribili, si avrà un salone dove celebreremo la Messa in attesa che la chiesa venga costruita .
La situazione politica é sempre un grosso punto interrogativo; in questi giorni si sta formando un nuovo governo, ma non c’è una maggioranza sicura; e intanto la situazione economica é gravissima: la comunità internazionale non dà finanziamenti perché non ha garanzie, nessuno fa investimenti, il lavoro privato é ridotto, e continuamente si hanno scioperi degli statali che non ricevono da tempo. Persino i Deputati hanno ricevuto l’ultimo stipendio (ma solo metà)a novembre. Ma quello che é preoccupante é che i militari sono scontenti, mal pagati, divisi tra loro. A gennaio ci sono stati spari dentro il quartier generale dell’esercito: forse un nuovo tentativo di rivolta. Sinceramente la situazione é peggiore e più tesa di quella che portò alla rivolta armata del ’98 e a 11 mesi di guerra; ci si aspetta di tutto, non posso nasconderlo. E noi rimaniamo qua, fedeli alla vocazione che ci viene dal buon Dio, che continuamente mette segni di pace là dove l’uomo semina divisione e guerra. Io so che tante opere che stiamo facendo con tanta fatica potrebbero finire in un attimo, che tanti progetti potrebbero essere bloccati per molto tempo, ma rimango e lotto ogni giorno, perché credo in Gesù Cristo, l’uomo nuovo, il Principe della Pace. Sono convinto che non c’è crisi, ingiustizia o guerra che può spazzare via ciò che nella fede e nell’amore si semina: una bomba può far crollare una casa, una scuola, una chiesa, ma non può eliminare quella casa nuova che é il cuore di persone rinnovate dalla fede e dalla volontà di vivere. Il seme della Parola sopravvive in ogni situazione, anche la più dura, come ce lo testimoniano i tanti martiri di questo tempo, le tante Chiese sopravvissute a persecuzioni e crisi ben peggiori della nostra. Al di là di tutto quello che facciamo qui, vale il nostro quotidiano “Eccomi, sono qui, resto qui, per Te, Pace senza fine, e per questi fratelli che meritano tutto il mio amore, e molto di più”. Il resto é relativo, e se di fronte a molte cose siamo impotenti al momento, alla lunga sappiamo che il male cade, muore, perché il male é morte, e l’amore é vita.
Questa fede invece di farci sedere in attesa di una gioia futura in Cielo, ci dà la forza di lottare con più entusiasmo: proprio perché l’esito concreto attuale non é determinante posso donarmi nelle situazioni anche più difficili e dall’esito “perdente”, nella fede che nulla di bene si perde, ma tutto é già nuovo nella Resurrezione di Cristo, il più grande sconfitto della storia (ma dove sono finiti i vincitori di quel venerdì santo di 2000 anni fa?). Senza questa fede ci sarebbe da scoraggiarsi ed essere pessimisti, qui, in Italia e in ogni parte; senza questa fede la tentazione é di cercare il successo facile, e quindi di abbandonare i poveri, l’Africa, e tutte le situazioni problematiche.
Proprio per questo qui le attività fervono: in febbraio i nostri giovani hanno organizzato un incontro sul tema “Le religioni a servizio della pace”, con la partecipazione di molti giovani mussulmani e protestanti di Mansoa. Hanno parlato un nostro missionario, un pastore evangelico e il “padre” mussulmano: é stato un incontro toccante, dove vibrava il desiderio di pace, la volontà di comprendersi e di superare falsi preconcetti: più ci si avvicina a Dio con cuore puro e più si é uomini di pace. E se la notte in cui si dice che Alláh ha dettato il Corano a Maometto é chiamata “Notte di pace”, questo a noi cristiani non può ricordare la Notte di Pace del Natale di Gesù. Pur nella specificità di religioni differenti, vogliamo insieme educare i nostri giovani a far sì che questa Notte di pace diventi un’alba di riconciliazione e giustizia. Nel giorno della principale festa mussulmana (Tabaski) la Missione ha donato quaderni ai bambini che frequentano la scuola di Corano, perché conoscendo di più Dio, possano essere futuri uomini di pace.
Sempre in febbraio sono iniziate le emissioni della nostra Radio locale: Radio Sol Mansi (il sole é sorto): nome che é una preghiera e un programma. Grande é l’entusiasmo tra la gente. Siamo ancora in fase sperimentale, ma già stiamo dando, oltre a tanta musica, programmi formativi (fede, notizie dal mondo, diritti umani, storie, prevenzione delle malattie, agricoltura...) con la collaborazione di diversi volontari. Anche qui insieme, cristiani e mussulmani, per lanciare nel cielo (per poi cadere sulla terra) onde di pace e di sviluppo.
Le attività sociali proseguono: le scuole elementari e il Liceo in autogestione stanno funzionando bene, evitando gli scioperi e ritardi delle altre scuole: la popolazione chiede sempre più questo tipo di intervento e collabora. E così il progetto di collaborazione e formazione nel campo della salute e dell’orticoltura. Quest’ultimo sta avendo altri risvolti positivi: in un villaggio oltre all’orto hanno voluto l’alfabetizzazione, e da lì la catechesi. Il loro modo di vivere queste iniziative, i risultati economici e la collaborazione degli uomini (in genere le attività e i lavori sono separati) stanno scuotendo molti altri villaggi. Un grosso villaggio vicino che anni fa aveva la catechesi e la scuola e poi tutto si era bloccato, ora, proprio vedendo i cambiamenti negli altri, sono tornati alla carica dicendo: “Vedendo queste donne ora capiamo quanto abbiamo sciupato anni fa: tornate”.
Sempre a febbraio é iniziata la formazione di 8 nuove famiglie al catechistato, dove rimarranno per tre anni, per una formazione integrale: catechesi, orticoltura, salute, animazione rurale, alfabetizzazione e taglio e cucito (per le donne). Purtroppo un grave incendio ha quasi interamente distrutto la piantagione di manghi, arance ... a cui da anni stavamo lavorando: quest’anno sarebbe stato il primo di vera raccolta, e il guadagno avrebbe coperto una parte delle spese del centro. I danni sono di varie decine di milioni di lire, e soprattutto vuol dire che per altri anni bisognerà piantare, irrigare, ...e aspettare. Una prova difficile da digerire al momento: ma la Provvidenza si sta già facendo sentire.
Molto altro avrei da comunicare, ma penso basti così: ora attendo di ascoltare voi: la missione é un arricchimento reciproco e anche voi siete in missione, e avete tanto che potete fare e soprattutto “essere”.
Mando questa lettera via e-mail alle persone di cui ho l’indirizzo. Di alcuni l’ho perso quando il computer é andato in tilt. A chi riceve la lettera via “postino” e che avesse la possibilità di riceverla via e-mail, chiedo il favore di farmi avere l’indirizzo, per una comunicazione più rapida (quando qui funziona), economica e frequente.
Approfitto per augurarvi una buona Pasqua: che sia quella autentica, dove si accetta di morire perché la Vita vera possa nascere.
Con grande riconoscenza e amicizia

p. Davide

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